Giovanni Pascoli, prima, e Carlo Levi, dopo, mandati a Matera per ragioni diverse quando vi giunsero ebbero un forte impatto emotivo – se non proprio negativo, tra la sindrome di Stendhal e quella di Parigi – che, poi, trasfusero nei loro scritti.
Il sociologo tedesco Frederick Friedmann, in viaggio di studio a Matera nel 1949, diceva che si inchinava dinanzi alla dignità dei contadini lucani. Quella stessa dignità delle donne materane e lucane tutte che, nonostante le fatiche e la miseria di quel tempo, ci tenevano a stendere in modo ordinato il bucato “lindo e pinto”, a rassettare in modo perfetto il letto e a mantenere pulita l’unica stanza della casa.
Questa la Matera di una volta come era percepita da chi arrivava da mondi lontani.
Matera oggi, maestra di filosofia di vita: da essere vergogna d’Italia è diventata patrimonio dell’Unesco; è uno degli insediamenti umani più antichi del mondo ma è arrivata in maniera rinnovata sino ai nostri giorni. È una città concava e convessa, come gli alti e i bassi della vita, una sorta di piccola Napoli. Nella costruzione dei Sassi, gli antichi abitanti hanno adottato la cosiddetta “architettura in negativo”, cioè non aggiungendo nulla di estraneo all’ambiente ma togliendo il di più, scavando nella roccia. È così nella vita!
Matera è sempre bella anche quando non si fa niente di particolare perché consente ancora di guardarsi in faccia con i passanti; può essere considerata una città della cultura slow.
Matera: una città sempre affascinante, ma dal tramonto in poi lo è di più, come una donna matura, e di notte ha piena di emozioni la sua botte!
I Sassi di Matera di sera sono una pinacoteca all’aperto. Un quadro che colpisce sempre è la rupe con la chiesetta di S. Maria de Idris, che richiama l’“ermo colle” e tutte le emozioni dell’Infinito leopardiano perché “sedendo e mirando” lassù si colgono “interminati spazi”, “sovrumani silenzi” e “profondissima quiete” . Quando è sovrastata da qualche nube rappresenta meglio la vita (quando si affollano preoccupazioni o pensieri vari) e la fantasia può viaggiare comoda sulla morbidezza delle nubi che sembrano dipinte con la tecnica della digitopittura da mani infantili.
Di sera in sera i “quadri” messi in mostra dalla natura aumentano: volo di rondini festosamente garrenti, cielo iridato dal tramonto, nuvolette che si ammantano come la polvere sollevata da cavalli in corsa, luci che si accendono, belle di notte che si aprono, turisti che s’abbracciano.
I lampioncini nei vicoletti, i lampi in lontananza, le timide stelle, la luce lampeggiante di un aereo che passa, i fari delle macchine lungo il belvedere, i flash delle macchine fotografiche dei turisti. Una costellazione di luci dalla cavità della terra all’immensità del cielo, un’infinità di emozioni senza prezzo ma dall’immenso valore!
Nuvole stratiformi nelle varie tonalità del blu e il campanile illuminato della Cattedrale che si staglia nella sua altezza e nella sua artistica bellezza. Altresì nella vita: basta guardare con occhi diversi e nel buio si può scorgere qualcosa di colorato o di luminoso.
Automobiline elettriche biposto lungo le strade ultrasecolari, illuminate di giallo aranciato: la più alta tecnologia in un’atmosfera da magia!
Il cielo splendidamente terso come un mare piatto capovolto, gli archi illuminati di case e chiese, uomini che corrono allegramente godendo del fresco preserale, il nostro “pianeta gemello” Venere che annuncia l’arrivo della sera e delle sorelle stelle, il saluto di una bimba paffuta seduta sull’uscio di casa come ai vecchi tempi. Il tempo corre e nella mente e nel cuore ogni emozione scorre!
Il rumore silenzioso del torrente Gravina, turisti stranieri straniti dal paesaggio, le botteghe che chiudono, due che giocano a scacchi in una dimensione atemporale, la mezza luna col suo lattescente alone di mistero, qualche cirro che ricorda le dune nel deserto. Le emozioni giuste per fare deserto in sé e...
I Sassi illuminati di notte sembrano lo specchio del cielo stellato mentre nel firmamento, in mezzo a nuvolette e a foschia, si diffonde la fioca luce riflessa di Venere: all’improvviso una stella cadente e con la mente si torna ai tempi dei falò estivi con tanti volti, persi nel tempo ma impressi nei ricordi dei tempi.
La Luna sui Sassi: un viaggio senza tempo e senza spazio dai crateri della Luna agli incavi della Terra. Un crescendo di emozioni senza paragoni! La Luna e i Sassi: l’esaltazione delle imperfezioni e delle contraddizioni, che sono quelle che fanno l’unicità e danno più emozioni. Come nelle persone! La luna piena, che troneggia nel suo splendore, sembra contemplare il presepe perenne scolpito nella roccia ultramillenaria e ascoltare il suono che emette un’arpa accarezzata da giovani mani... Spazio e tempo che si congiungono in un non spazio e in un non tempo... Emozioni che s’elevano, emozioni che penetrano... Sembra la drammatizzazione del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” di Leopardi: “Che fai, luna, in ciel? Dimmi, che fai, / Silenziosa luna? / Sorgi la sera, e vai”.
Scrutare la danza della Luna sui Sassi di Matera, dal suo spuntare all’orizzonte roccioso al suo innalzarsi nel cielo tinteggiato di blu notte e di opalescenza: uno spettacolo unico, come ammirare l’unicità della vita dal suo concepimento allo staccarsi dalla madre terra.
I Sassi di Matera, patrimonio esistenziale ed emozionale: dall’antropologia alla poesia!
Matera è proprio così: riesce sempre a sorprendere e a far rimanere un po’ bambini con l’aria sognante e il sorriso aperto.
La parola Matera contiene “mare” e “arte”: ciò che è la Basilicata, terra emersa dal mare e ricca d’arte.
Matera: MAteria, TErra, RAdici! MAni, TEmpo, RApporti!