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Filmografia secondo una lucana

 

 

La Basilicata, per quanto misconosciuta, è stata considerata terra di cinema sin dagli anni ’50 del XX secolo, dapprima per i documentari che vi sono stati girati e poi per i film di un certo livello, anche internazionale, girati a Matera e nel suo territorio. 
Etimologicamente “cinema”, abbreviazione di “cinematografo”, deriva dal greco antico “kinema, kinematos”, “movimento” e significa insieme di arti e attività dirette alla produzione di un film.


La Basilicata è atavicamente terra di cinema sia per il significato etimologico sia innanzitutto per essere stata cuore della Magna Grecia, terra di teatro. 
Ha dato i natali agli “esperti” di cinema, come registi, sceneggiatori o critici, Pasquale Festa Campanile, Leonardo Sinisgalli, Gerardo Guerrieri… Le origini familiari ai registi Francis Ford Coppola, Lina Wertmüller… e altri e altro ancora. Fra i tanti aneddoti, è bello ricordare che Sinisgalli contribuì alla sceneggiatura del film “Il cappotto”, uno dei film più riusciti di Alberto Lattuada e una delle migliori interpretazioni di Renato Rascel. 
Io sono nata e cresciuta a Salandra nei tempi in cui c’era il culto del cinema (arrivato sino ai nostri giorni anche con il moderno festival “Storie parallele) e un piccolo cinema locale (con le tipiche sedie diventate “cult”) in cui erano proiettati prevalentemente film per adulti, film porno, film con Bruce Lee, film su Maciste e altri eroi, ma anche film che sono entrati nella storia del cinema. Fra tutti “Cristo si è fermato a Eboli”, durante la cui visione la scena dell’eclissi di sole è stata un’esperienza di cinema tridimensionale ante litteram senza l’uso di visori: in quel momento la piccola sala cinematografica sembrava aprirsi al cielo.


Non solo, in paese c’erano persone che per aspetto o qualche diversità o lavoro svolto erano considerate personaggi con un soprannome che diventava il loro nome d’arte nonché il ruolo da interpretare e soprattutto i bambini erano affascinati o intimoriti dal loro passaggio oppure li burlavano. L’avventuriero “Tarzàn”, il sordomuto “Cecet”, “z’ Rock u sacr-stan”, il venditore “u Napul-tan”…, dal cui passaggio nascevano scene degne dei film del Neorealismo italiano. Per non parlare delle scene della “bersagliera” Gina Lollobrigida sull’asino nei film “Pane, amore e …” che erano ricorrenti nella quotidianità del paese e le baruffe tra moglie e marito al ritorno dalle campagne con l’asinello recalcitrante sembravano degli esilaranti cortometraggi amatoriali cui i bambini potevano assistere gratuitamente di domenica perché era l’unico giorno in cui non si andava a scuola. 


E così man mano mi sono sempre più appassionata ai film annotando e commentando le frasi più significative.


“Non bisogna avere paura di lasciare, perché tutto quello che conta non ci lascia mai” (dal film “Mine vaganti”). “Lasciare” significa letteralmente “allentare”: sciogliamo i legacci di quello che non conta e sleghiamoci a quello che al nostro cuore qualcosa racconta. “Non farti mai dire dagli altri chi devi amare e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre” (la nonna nel film “Mine vaganti”). Sempre meglio essere sbagliati agli occhi degli altri, ma essere se stessi. Essere “mine vaganti”: non fare quello che si aspettano gli altri, resistere alle convenzioni sociali, rompere gli schemi, scombinare tutto, sconvolgere i piani, sorridere quando si sta male, sorridere quando dentro si vorrebbe morire. Essere se stessi, essere liberi, essere felici!


“Non sono più la tua bambina, ma sei tu che devi capire che sei mio padre” (da un film). Molti figli si ritrovano a essere genitori dei propri genitori o orfani di genitori vivi, a causa dell’incompetenza genitoriale. La genitorialità dovrebbe essere la massima espressione dell’adultità. Facciamo attenzione anche al fenomeno dei baby-genitori o dei genitori-nonni. 


“Negli ultimi giorni, mi hanno insegnato a non fidarmi di nessuno, ma sono contenta di non aver imparato la lezione. A volte gli altri sono come uno specchio, che ci definisce e ci dice come siamo fatti. E ogni volta che rifletto, capisco sempre più che mi piaccio così come sono” (dal film “Un bacio romantico”). Se io non mi fido degli altri, gli altri non si fidano di me ed io non sarei me!
“La scelta è solo tua, non si vive per accontentare gli altri” (dal film “Alice in Wonderland”). Scegliere di vivere, sciogliere la vita!


“Non so, all’inizio sono un po’ rigido. Ma dopo che ho iniziato, mi dimentico qualunque cosa ed è come se... come se sparissi. Come se dentro avessi un fuoco. Come se volassi. Sono un uccello. Sono... elettricità. Già, elettricità” (dal film “Billy Elliot”). La vita è elettricità: come fili, facciamoci percorrere da essa e colleghiamoci agli altri per sentirci vibrare della stessa corrente.
“Un giorno le acque si ritireranno e il sole tornerà a splendere” (da un film di don Camillo e Peppone). Un giorno qualcuno asciugherà le nostre lacrime, in particolare quelle più recondite, e la nostra vita tornerà a splendere.


“Beh, ci sono persone convinte di non meritare l’amore. Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti, cercando di chiudere le brecce al passato” (dal film “Into the wild - Nelle terre selvagge”). Dopo uno smarrimento, l’amore è avvicinarsi in silenzio dentro spazi vuoti cercando di chiudere le brecce al passato. 
“Vuoi sapere cosa sei? Sei diversamente emotiva!” (dal film “Il cacciatore di ex”). Sempre meglio essere diversamente emotivi perché vivi!
“E così io adesso, ogni tanto, dico alle persone che voglio bene, anche se loro mi guardano e non capiscono, ma io glielo dico lo stesso: «Meno male che ci sei!»” (dal film “Meno male che ci sei”). Dire o manifestare in altro modo il proprio amore per l’altro in qualsiasi relazione, da quella genitoriale a quella educativa, da quella amicale a quella sentimentale: quel che conta è amare e far sentire amato l’altro. Altrimenti che amore è?


“Si dice che col tempo le ferite guariscono, ma alcune ferite, come quelle d’amore, col tempo diventano profonde, sempre più profonde” (dal film “Non dire mai addio”). Talvolta alcune ferite diventano più profonde affinché nuove forme d’amore vi mettano le radici.
“Voglio che tu sia un padre vero per mio figlio. Se non puoi, me ne prenderò cura da sola e farò in modo che lui cresca in modo diverso” (dal film “La parte degli angeli”). Non è sufficiente che un padre sia padre, ma è necessario che sia un padre vero. Questo dipende anche dalla donna che gli sta accanto, che lo deve trattare così dal concepimento e anche in caso di eventuale separazione/divorzio e non ridurlo, agli occhi dei figli e degli altri, solo come colui che deve versare l’assegno di mantenimento o tenere i figli durante i fine-settimana.


“Sapessi come è facile essere felici, sapessi come è facile amare quello che già hai. Ama quello che hai già!” (dal film “La voce dell’amore”). La felicità è nel cogliere il già.
“La vita di cui dispongo si è formata nelle viscere di colei che adesso muore. Questa stessa persona, nel momento in cui si accomiata dal mondo, mette la sua vita nelle mie mani. Mi dà la sua vita così come, a suo tempo, mi ha dato la mia” (il figlio nel momento del trapasso della madre nel film “Sangue”). La vita è continuamente dare, dall’inizio sino alla fine: è l’unica spiegazione da dare e da darsi, in qualunque evento, bello o brutto che sia!


“A volte lo smarrito deve essere ritrovato, altre volte lo smarrito deve ritrovare se stesso” (dal film “The rebound - Ricomincio dall’amore”). Amare e amarsi: aiutare e aiutarsi a ritrovarsi.
“Ma io non sono un’estranea, ci siamo visti già tre volte!” (dal film “Solo un padre”). “Estraneo” è chi è fuori o di fuori: chi o come si definisce chi lo è e chi non lo è più? Solo il cuore!
Dal film “Ti va di ballare?” con Antonio Banderas: “L’amore è universale: lo cerchiamo in modi diversi, lo sentiamo in canzoni differenti”. Amore fa rima con tutte le cose belle della nostra vita che finiscono in -ore: ardore, cantore, ispiratore, motore, salvatore.
Dal film “Connie e Carla”: “La vita è come una vetrata scorrevole, non sai mai qual è il lato aperto - E sbatti contro il vetro”. La vita è imprevedibile ed anche per questo è bella. A volte possono pure prevalere le cose spiacevoli, ma come diceva Rosanna Benzi, chiusa in un polmone d’acciaio, bisogna continuare a “votare” per la vita.


Dal film “Anime in delirio”: “Nella matematica ci si perde raramente, nella vita spesso, nell’amore sempre. In matematica 2 + 2 è sempre 4”. In amore 2 + 2 è l’infinito di emozioni.


Dal film “L’uomo di casa” con Tommy Lee Jones: “La gomma è l’elemento più sintomatico della cultura occidentale. Quando uno mastica la gomma non si vedono le sue espressioni”. Anziché masticare la gomma americana, dovremmo masticare di più la nostra bella cultura italiana.


Dal film tv “Amore e magia”: “Il cuore di una donna è come il cristallo, trasparente e tanto fragile”. Non sempre il cuore di una qualsiasi donna è così, ma quello di una mamma, come Maria ai piedi della Croce, sì!
“Qualsiasi cosa tu faccia, sarà insignificante ma è importante che tu la faccia, perché nessun altro la farà” (dal film “Remember me”). Anche se sdentato, come quello di un neonato, o stentato, come quello di un uomo affaticato, non facciamo mancare un nostro sorriso, perché è e sarà unico.


“Che strano: quando sorridi si apre una parentesi!” (da un film). Apriamoci agli altri in un sorriso, seppure triste o fugace, purché sincero e vero. Quel sorriso potrà diventare uno scrigno di ricordi ed emozioni da custodire e cullare nel tempo, oltre il tempo! Come i ricordi lucani.